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Trento, 24 aprile 2019
Radio Radicale, voce di libertÅ
di Lucia Coppola, consigliera provinciale di FUTURA
da l’Adige di mercoledì 24 aprile 2019

La prematura scomparsa di Massimo Bordin, voce e anima di Radio Radicale, oltre a lasciare nello sconforto i suoi estimatori, evidenzia vieppiù l'ingiustizia che il governo sta compiendo non rinnovando la convenzione con Radio Radicale.

Negando cioè i 5 milioni che a maggio le spetterebbero per continuare la sua meritoria attività al servizio dei cittadini italiani. In una bella lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, apparsa in questi giorni su La Repubblica, Francesco Merlo definisce la futura e imminente scomparsa di questa emittente radiofonica come l'errore più grande che il Movimento Cinque Stelle potrebbe compiere. "Una comunità morale e politica, un'Italia pulita, un'informazione essenziale alla nostra fragile democrazia, che ha resistito per più di quarant'anni a ogni genere di assalto". Inutile dire che le conseguenze legate alla soppressione di questa voce libera si riverbererà, come ogni intervento autoritario, sui cittadini italiani, sulla politica stessa, su tutti coloro che con professionalità e passione ci lavorano.

Radio Radicale negli anni ha dato vita ad una programmazione incentrata sulla pubblicizzazione dei momenti centrali della vita politica e istituzionale italiana, con le dirette dal Parlamento, dai congressi di partito, dai tribunali, introducendo un modello di informazione totalmente innovativo. Ciò avviene grazie all'onesta intellettuale di chi ci lavora, garantendo l'integralità degli eventi istituzionali trasmessi: nessun taglio, nessuna mediazione giornalistica e nessuna selezione, al fine di mettere gli ascoltatori nella condizione di «conoscere per deliberare» da una frase di Luigi Einaudi scandita sul sito internet dell'emittente.

Gli strumenti operativi sono "il filo diretto" con gli ospiti politici, la rassegna stampa dei giornali, le interviste per strada, le trasmissioni per le comunità immigrate in Italia.

Ricordo che il palinsesto di Radio Radicale ruota intorno ai lavori del Parlamento: per una convenzione col Ministero dello Sviluppo Economico, infatti, è tenuta a trasmettere nel corso dell'anno almeno il 60% delle sedute delle due Camere, dalle otto alle venti. Ma nel tempo residuo la radio si occupa di Consigli comunali, della Corte dei Conti, del Consiglio Superiore della Magistratura, del Parlamento Europeo. E pure di congressi, festival, assemblee di partito, associazioni legate al mondo dell'impresa e al lavoro, conferenze stampa, dibattiti, presentazione di libri.

Un lavoro immane, qualificato, spurio da dietrologie e interpretazioni, pulito. In più occasioni Radio Radicale ha dato voce anche al Trentino e alle sue principali manifestazioni, comprese le campagna elettorali.

Il suo archivio giudiziario conserva la registrazione di processi e la ricostruzione di fatti che rappresentano un unicum nel panorama giornalistico italiano. Il suo archivio generale è un immenso giacimento culturale della memoria con oltre 540mila registrazioni, 224mila oratori, 102mila interviste, 23.500 udienze, 32mila dibattiti e presentazioni di libri, 22.600 conferenze stampa, più di 16mila convegni. Il tutto con i suoi 250 impianti di diffusione terrestre, coprendo il 75% del territorio italiano e raggiungendo l'85% della popolazione del paese. Ritengo che tutti noi, cittadini democratici e politici, dovremmo attivarci per consentire a questo prezioso, e davvero super partes, strumento di informazione di continuare a vivere, arricchendo il patrimonio di conoscenze, di informazione e di effettiva democrazia di un paese che spero si possa ancora definire libero e pensante. 

La chiusura di Radio Radicale, che è nata ben 42 anni fa, significherebbe indebolire il nostro sistema di informazione dal quale dipende la formazione dell'opinione pubblica, svolta con imparzialità e senso di responsabilità. In tempi di fake news dilaganti, sui social e non solo, strumenti di questo valore rappresentano una preziosità e una rarità che dovrebbe essere tutelata come bene comune. E non certo chiusa.

Come Futura Solidarietà e Partecipazione abbiamo perciò depositato da tempo una mozione per sollecitare la Giunta provinciale affinché si attivi preso il Governo Nazionale per la prosecuzione delle trasmissioni radiofoniche di Radio Radicale, nel confronti della quale tutti noi abbiamo un debito di riconoscenza. 

Sperando che non sia troppo tardi.

Lucia Coppola
Consigliera provinciale di Futura

 

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